Sanremo2023, i Cugini di Campagna: “Siamo degli esordienti, è il coronamento di un percorso”

Al 73° Festival di Sanremo sbarcano I Cugini di Campagna con Lettera 22, brano scritto per loro da La Rappresentante di Lista. Con l’energia che li contraddistingue e che non hanno perso, come i capelli, hanno aspettato cinquant’anni ma questo non poteva non essere il loro anno con il numero 7 a guidare il loro cammino verso l’ambìto palco dell’Ariston. Silvano ed Ivano Michetti, gemelli diversi come amano definirsi, nascono nel ’47, esordiscono negli anni ‘70 e il grande successo arriva con Anima Mia nel ’73; il 73° Festival comincia il 7 e termina l’11 febbraio, quando compiranno 76 anni, festeggiando compleanno e una meravigliosa carriera!

Come si presenteranno sul palco dell’Ariston? Quale stilista li vestirà? Sveliamo subito l’arcano: saranno le idee di Ivano a prendere forma con la stessa ispirazione della prima volta, quando bambino teneva incantato gli occhi fissi sulla volta della Cappella Sistina e in quei colori meravigliosi di Michelangelo, ha immaginato di disegnare i loro abiti.

“Dopo cinquant’anni da Anima Mia e 53 dalla nascita dei Cugini, volevamo presentarci a Sanremo, essendo noi stessi, non con una veste nuova, ma rinnovata. I Cugini sono i Cugini, con le zeppe, la voce e con tutti i capelli, che grazie a Dio non ci sono cascati! Non cambieremo mai; hanno provato in tanti negli anni a convincerci a farlo ma noi abbiamo saputo cavalcare il tempo rimanendo fedeli a noi stessi e alla nostra “anima”.

 

“Lettera 22, perché ci piace l’idea che sia una lettera a dare risalto alle parole di questo brano, che sono importanti. La Lettera 22 non c’è nell’alfabeto italiano: un po’ come le parole giuste che, spesso non si trovano per esprimere qualcosa di importante. Il brano, infatti, parla proprio di questo: trovare il modo giusto per raccontarsi con sincerità, per chiedere scusa, per superare un dolore. È anche, però, il nome di una Olivetti degli anni Cinquanta, una macchina da scrivere che si chiama proprio Lettera 22. A chi si domanda come mai portiamo un pezzo della Rappresentante di Lista, rispondo – dice Ivano – ho settantacinque anni e da ragazzino quando mi facevano ascoltare una canzone di uno della mia età, non mi piaceva. Sono obiettivo e so che a Sanremo voglio andare dialogando con i giovani. A colpirmi sono state subito la musica e armonie, che il direttore d’orchestra che è in me ha colto al volo. Ho arrangiato alla mia maniera pensando alla Cappella Sistina, lavorando anche sui testi, trovando la quadra, per un brano che ci calza a pennello”.

 

I Cugini di Campagna sono stati i precursori dei Maneskin, anticipandone cinquant’anni prima l’originalità e la voglia di fare musica con uno stile assolutamente personale, senza paura. Damiano & Co. hanno iniziato a suonare in via del Corso, i Cugini di Campagna, poco distante, vicino alla Fontana di Trevi, che grazie a filo di nylon e calamita, ha contribuito all’acquisto delle prime chitarre.

Ancora una volta c’è “lo zampino” di Pasquale Mammaro, l’uomo che a Sanremo, con Il Volo e Diodato (da editore) e con Orietta Berti e Donatella Rettore (da produttore e editore) in ordine di tempo, ha dimostrato di avere un intuito infallibile e che quest’anno conferma la sua attitudine a dare valore e risalto agli artisti che da molti sarebbero giudicati “passati”:

“I grandi rimangono grandi e il mio motto è, come dicono gli americani, Old is Gold. Ho le mie intuizioni – conclude Pasquale Mammaro – delle quali mi fido, anche quando non trovano l’approvazione altrui. I Cugini di Campagna e la loro assoluta cifra musicale e artistica, sono davvero Gold e sono davvero felice che possano finalmente calcare questo prestigioso palco”.

 

I Cugini di Campagna all’Ariston arriveranno con la loro immancabile e inconfondibile “verve”: una cifra che non hanno mai perso e che li rende davvero unici.

“Andiamo a Sanremo per divertirci, portare una ventata di allegria con la speranza che rimanga qualche nota della nostra canzone”.

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