Cresce l’attesa per il capitolo finale dell’Eurovision Song Contest, il concorso canoro che sabato 22 maggio all’Ahoy Arena di Rotterdam vedrà confrontarsi 39 brani in rappresentanza di altrettante nazioni in gara. L’Italia potrà contare sulla freschezza dei Maneskin, che dopo la vittoria al Festival di Sanremo vogliono stupire anche oltre i confini con il rock della loro “Zitti e Buoni”, nella speranza di poter riportare in patria una vittoria che manca dal 1990.
Pur avendo contribuito in maniera importante alla nascita dell’evento nel 1956, solo due volte su 47 partecipazioni l’Italia è riuscita ad ottenere il primo posto, nel 1964 con una giovanissima Gigliola Cinquetti e in una seconda occasione grazie a Toto Cutugno.
Tralasciando la prima edizione del contest, che al di là della vittoria della svizzera Lys Assia (rappresentante del Paese ospitante) non rilevò una classifica completa, gli anni seguenti videro l’Italia ottenere buoni piazzamenti, a partire dal terzo posto conquistato nel 1958 da Domenico Modugno con l’intramontabile “Nel blu dipinto di blu”. L’anno successivo lo stesso cantautore ottiene il sesto piazzamento con “Piove (ciao ciao bambina)”, ma l’artista di Polignano a Mare vanta anche il record in negativo come l’unico italiano finito in fondo alla classifica. Nel 1966, Modugno e la sua “Dio come ti amo” concludono infatti l’Eurovision in ultima posizione, senza totalizzare nemmeno un punto.
Concorso particolarmente favorevole per Gigliola Cinquetti, che a soli sedici anni si aggiudica la vittoria all’edizione del 1964 con “Non ho l’età”, mentre esattamente dieci anni più tardi la sua canzone “Sì” festeggerà il secondo posto.
Nel 1975 Wess e Dori Ghezzi arrivano terzi con “Era”, mentre nel 1984 Alice e Franco Battiato occupano la quinta posizione con “I treni di Tozeur”. Per rivedere il nostro tricolore sul podio bisognerà aspettare prima il 1987, quando Umberto Tozzi e Raf raggiungono il terzo piazzamento grazie a “Gente di Mare”, quindi il 1990, con il trionfo di Toto Cutugno e la sua “Insieme: 1992”.
Non avendo preso parte alla competizione dal 1998 al 2010, l’Italia torna a gioire nel 2011 cantando “Follia d’Amore/ Madness of love” di Raphael Gualazzi, secondo, mentre il “Grande Amore” de Il Volo è terzo all’edizione del 2015. Infine il secondo posto firmato Mahmood, che nel 2019 conquista le classifiche globali con “Soldi”.
Dopo la cancellazione dello scorso anno a causa del Covid, con l’Italia che sarebbe stata rappresentata da “Fai rumore” di Diodato, tutta l’attenzione è focalizzata sui Maneskin: riusciranno a conquistare Rotterdam?
Alessandro Ventre