B Jones: “Tutto è possibile, puoi fare quello che vuoi con la tua vita”

Oggi vi presentiamo #Soundon in versione internazionale! Abbiamo infatti incontrato una delle dj e produttrici musicali più famose al mondo: B Jones. Ci ha raccontato in esclusiva com’è nata la sua carriera, senza tralasciare i momenti di grande difficoltà, superati grazie al profondo amore per la musica.

Il tuo rapporto con la musica, con il ritmo: ce l’hai nel sangue da sempre o si tratta di un viaggio più “maturo”?

La mia storia musicale è iniziata quando avevo più o meno 12 anni, perché il fidanzato di mia sorella faceva il dj ed è stato lui a insegnarmi. Ma onestamente allora non pensavo che sarei diventata una dj…

La musica è la tua grande passione, ma quando hai capito che questa passione si stava trasformando in un vero lavoro?

Non sento il mio lavoro come un “vero lavoro”, continua ad essere principalmente una passione. Ma ho incominciato a dedicare la mia vita alla musica una decina di anni fa, in un periodo durissimo dove ero depressa e stanca, lavoravo molto, avevo una bambina piccola che ho avuto a vent’anni e cresciuto da sola. In quel periodo mi interrogavo sulla mia vita, dedicavo tanto tempo alla bambina e al lavoro, facevo la promoter e la pr per alcuni club a Madrid, ma avevo la sensazione di non fare qualcosa di importante per me stessa. A quel punto ho deciso di chiudere con tutto e di iniziare a suonare da sola, ho comprato l’attrezzatura ed eccomi qua. Non ero felice, a quel punto mi sono ricordata della mia passione, l’ho presa e ho deciso di costruire una nuova vita.

La tua è una storia fortissima, una donna che fa tutto da sola anche con una figlia. Cosa vuol dire essere una donna nell’industria musicale?

Spesso è molto difficile far coincidere la vita professionale (soprattutto quando il lavoro ti porta a viaggiare tanto) e la vita familiare, ma sono stata fortunata perché, quando mia figlia Chiara era ancora piccola, mi sono trasferita a Ibiza con mia madre e a quel punto è stato fantastico, potevo viaggiare e lavorare. In ogni caso, non ho mai avuto problemi in quanto donna, non ho mai sentito di avere meno possibilità.

Adesso parliamo di qualcosa di molto, molto grande, oserei dire enorme: Tomorrowland. Quali sono le tue sensazioni legate alla partecipazione a questo festival. Sei emozionata, spaventata?

Come ti dicevo, ho iniziato quando mia figlia Chiara era molto piccola e a quel tempo tenevo la mia attrezzatura sull’asse da stiro e suonavo in casa così ma, già allora, chiudevo gli occhi e sognavo di suonare al Tomorrowland. Era la mia motivazione, sognavo di suonare su un grande palco, ma era persino buffo, non avevo un manager, non avevo contattati, non avevo nulla, era un sogno. Lo dicevo a tutti i miei amici: tutto è possibile, puoi fare quello che vuoi con la tua vita! Ognuno di noi ha un’energia unica e incredibile.

Grazie ancora per questa energia e per queste “lezioni di vita”. Adesso passiamo alla scena musicale italiana, i tuoi manager qui sono Vanessa Serrano e Francesco Andrisani, c’è qualcosa di diverso nel lavorare in Italia? Hai notato qualcosa di particolare?

Non vedo l’ora di tornare a suonare in Italia e sono molto grata al mio team. Ricordo del Worldtour del Pacha, ho suonato in molti club in Italia ed è stata un’esperienza incredibile soprattutto perché gli italiani hanno un’energia pazzesca e sanno come divertirsi. Mia figlia ha un nome italiano e insomma, sono eccitata di tornare e di lavorare con Francesco e Vanessa.

Francesco è stato una sorta di talent scout per molti Dj …

Si, ha lavorato con moltissimi Dj, ci siamo incontrati un paio di mesi fa e abbiamo deciso subito di iniziare la nostra collaborazione.

Per quanto riguarda il tuo futuro, ci sono dei piani o preferisci lasciarci con un punto interrogativo? Hai qualche idea o in seguito alla pandemia preferisci non fare piani?

Non è esattamente un piano, ma da qualche tempo ho iniziato a fare una cosa nuova: tutti i giorni prendo appunti e scrivo su un quaderno quello che vorrei fare, una sorta di lista dei desideri ed è pazzesco perché ho realizzato tante cose. Sto mettendo su la mia etichetta, mi sono innamorata e sto facendo cose più “pop” nuovi pezzi che dedico al mio fidanzato. Il mio piano più grande, ma forse non è esattamente un piano, più che altro mi serve come motivazione: realizzare un pezzo che tutti possano riconoscere e cantare, una canzone da amare e capace di diffondere buon umore e vibrazioni positive.

Cara B Jones, grazie per essere stata con noi e per averci raccontato la tua storia, non solo la straordinaria vicenda musicale, ma anche la tua storia personale. Un grande bacio, dall’Italia fino a te!

di Elettra Caramiello