“Drama Compilation”, l’album d’esordio di Ytam tra emozioni personali e cultura pop

Il lancio della label Nigiri, laboratorio creativo pronto a sfornare giovani promesse sotto la distribuzione SonyMusic e nato dalla collaborazione tra Riccardo Zanotti, frontman dei Pinguini Tattici Nucleari, Nina Selvini, impegnata in ambito comunicazione, e il manager Gianrico Cuppari, è stata anche l’opportunità per vedere esibirsi dal vivo Ytam, uno dei primi artisti a prendere parte al progetto.

Classe 1997, il cantautore bresciano si è fatto notare grazie a una scrittura che trae grande ispirazione dalla cultura pop e a sonorità orecchiabili e trasversali. Dopo un lungo percorso di sperimentazioni, il 3 giugno Matteo Marini – questo il suo vero nome – ha quindi dato alla luce l’album di debutto “Drama Compilation”, contenenti sette tracce che rispecchiano le sue svariate passioni, a partire dal cinema.

Dopo tanto impegno, ecco “Drama Compilation”: quali sono le sensazioni all’esordio?
È un vero mix di emozioni, un concentrato di vissuto, di cuori rotti e scocciati. Sono stati due anni molto impegnativi e questa è stata anche una sorta di liberazione. Sono molto contento del risultato e di chi mi ha seguito in questo percorso, spero tanto che l’album venga apprezzato.

 

In questi due anni di lavoro, come pensi di essere cambiato?
Credo sia stato un percorso molto naturale, anche perché inizialmente non siamo partiti con l’idea di produrre un disco. Ogni brano è nato a modo suo, da storie che facevano riferimento anche a periodi diversi. Però, dopo il quarto e il quinto singolo abbiamo cambiato rotta.
Sicuramente lavorare a questo Ep mi ha cambiato, credo mi abbia aiutato a lasciare alle spalle diverse cose e mi ha permesso di crescere. Mi sembra di aver fatto il primo gradino di una scala ancora lunga.

 

Che tipo di approccio hai alla musica? Ti aiuta a tirar fuori le emozioni oppure è una conseguenza di fatti già accaduti?
Non c’è un vero iter, la canzone che può uscire varia in base al periodo e a seconda di quello che vivo. Da un periodo particolarmente stressato uscirà un pezzo un po’ rock, allo stesso modo se sono giù di morale ne seguirà un brano più soft. In ogni caso è molto a presa diretta e non progetto quello che vorrei scrivere.

 

La tua fortuna, grazie alla gavetta che hai alle spalle, è il poter variare da genere a genere…
Esattamente. Anche in questo disco non c’è una vera direzione di genere, o uno che prevale sugli altri. Il filo rosso sono le emozioni, che rendono ogni canzone indipendente dalle altre.

 

Quali sono state le principali ispirazioni?
Prendo spunto da tante cose molto diverse tra loro. In ambito musicale sicuramente The Weeknd, o guardando ai grandi del passato Michael Jackson e i Queen, sicuramente Lucio Battisti in Italia. Non saprei indicarti un solo spirito guida.

 

Però c’è anche molta cultura pop…
Sì esatto. Il mondo del cinema mi ha sempre appassionato molto e quando ho scritto i brani mi sono immaginato una sorta di scena, immergendomi nella storia. Ho cercato di coniugare le due cose.

 

Riesci a concretizzare le tue idee nei videoclip?
Per James Dean ci siamo riusciti, sono molto soddisfatto. Potremmo sperimentarlo di nuovo nei prossimi brani.

 

Ci racconti come sei arrivato in SonyMusic?
Diciamo che è accaduto tutto in maniera molto molto casuale. In quel periodo stavo lavorando a “James Dean”, ho girato il brano al mio manager ed era molto entusiasta. Qualche giorno dopo è andato in SonyMusic per parlare di altri artisti e ha fatto sentire anche il mio pezzo, che è molto piaciuto.
Naturalmente non me l’aspettavo, in testa avevo un percorso completamente diverso.

 

Provando a seguire il percorso che avevi in mente, quali saranno i tuoi prossimi passi?
Adesso è importante spingere il disco e in estate sarò impegnato in alcune aperture di concerti che annuncerò sui social. Poi penseremo ai prossimi passi.

 

Riesci a vivere fino in fondo le emozioni di questo periodo o sei già proiettato in avanti?
In generale faccio fatica a fermarmi, mi piace sempre pensare allo scalino successivo. Però in questo caso voglio godermi il momento perché abbiamo lavorato tantissimo e credo sia meritato.

 

Se dovessi scegliere un brano che più di altri ti ha dato qualcosa?
Credo che “James Dean” sia quello che mi rappresenta meglio e che più mi ha emozionato, anche quando l’ho scritto. E forse anche “Non mi manchi mai”, l’ultimo brano del disco.

 

Alessandro Ventre