Anzj torna con il nuovo Ep “Cammjno”: “Un progetto che racconta esperienze concrete”

Nonostante la sua giovane età, l’artista milanese Andrea Anzivino – meglio conosciuto come Anzj – sembra aver trovato un’identità ben definita e con il nuovo Ep “Cammjno” aggiunge un tassello importante a un percorso iniziato nel 2019 con il primo progetto “Spazjo”.

Otto nuove tracce che, come racconta lo stesso artista a “Sound On”, si ispirano a quanto fatto in passato e alla voglia di cambiare ciò che è già stato detto, ma che trovano anche una nuova dimensione grazie a otto fotografie create per contribuire alla narrazione.

 

 

 

Nel tuo ultimo progetto, così come nel nome d’arte che hai scelto, la I viene sostituita dalla J: perché?
Inizialmente avrei voluto chiamarmi Anzy, ma mi sono reso conto che purtroppo esistevano già diversi artisti con questo nome. Perciò, conoscendo i rischi di registrare un nome già utilizzato e per rendere più unica la mia identità, ho fatto una sorta di rebranding e ho iniziato a utilizzare la J per tutto. È nato quasi come uno scherzo, ma adesso se c’è una J nella mia discografia è da leggere come una I, anche se cerco di non utilizzarlo in maniera eccessiva.

 

Ti presenti come un artista a tutto tondo, capace di prodursi, di pensare anche al marketing e di fare musica
Cerco di essere sempre me stesso dal momento in cui penso un brano al momento in cui lo mixo, perché mi piace ed è la mia passione indipendentemente dai risultati. Non voglio sostituirmi a qualcosa che non mi rappresenta o dovermi adattare troppo quando collaboro con altre persone, bensì cerco di mantenere la mia identità anche per creare un contrasto con altri artisti.

 

Quanto, per un artista giovane come nel tuo caso, la musica aiuta a crearsi una propria identità?
Io al di fuori della musica potrei dire che quasi non esisto, perché non solo ho scoperto grandi parti di me, ma è ciò che mi ha permesso di redimermi da una condizione di infelicità e di insoddisfazione del proprio posto nel mondo. All’inizio della mia carriera era ciò per cui all’interno della società potevo essere valutato.  Nessuno avrebbe scommesso su di me, però ho avuto un’evoluzione molto veloce che mi ha fatto capire come questa strada potesse plasmare la mia persona e la mia vita. Infatti, la mia attuale ragazza l’ho conosciuta grazie alla musica, così come gli amici che frequento o le persone con cui lavoro anche su altre cose. Secondo me, quando una persona ha una passione e si concentra tanto sul poterla perseguire, gli altri lo percepiscono e valorizzano, concedendoti più tempo e più attenzioni.

 

Come nasce l’idea di affiancare delle fotografie ai tuoi brani?
Quando ho presentato le canzoni del nuovo Ep al mio art director, Mattia Chiodo, mi sono reso conto che se non ci fossi stato io a spiegarlo sarebbe stato complicato comprendere il fil rouge. Questa sensazione di coesione di parti molto diverse tra loro, che rappresenta i singoli momenti della vita di una persona senza un’unità così esplicita, è stata espressa in questo modo. Ci sono diversi layer di lettura che permettono di associare ogni immagine a un brano e di farli rientrare nella stessa esistenza.

 

Guardando avanti, come procederà il tuo “cammino”?

 

In un periodo dove prevale la fluidità e i generi sono sempre più sdoganati, tu come ti collochi nel mondo musicale?
Credo che da quando sia nata la discografia, la canzone in sé non basta ma è necessario un ulteriore livello di complessità. Serve una narrazione che vada a giustificare l’importanza della comunicazione. E penso che prescindere dall’aspetto estetico e visivo sarà sempre più difficile. Oggi viene molto prima ciò che si rappresenta come immagine e poi la musica che si fa – anche se per questo bisogna avere una forte abilità nell’arte – mentre un tempo i volti di alcuni artisti non erano nemmeno conosciuti. Personalmente, non ho l’obiettivo di voler apparire a tutti i costi, ma preferisco puntare sulla mia musica.

 

Quali sono gli artisti con cui ti piacerebbe collaborare?
Per restare in ambito italiano, direi Tha Supreme e Tananai.