Matilde Gioli: “C’è sempre un’alternativa alla violenza”

Attrice, conduttrice e ora anche “cantante”. Nata a Milano nel 1989, Matilde Gioli è una delle attrici più amate del cinema italiano. La sua carriera è cominciata per caso con il regista de “Il capitale umano” Paolo Virzì ed è proseguita rapidamente con una serie di successi tra cinema e tv. La sua presenza calda e spigliata l’ha portata ad essere impeccabile anche nel ruolo di conduttrice di un reality show. Oggi Matilde decide di mostrarsi in una versione inedita: per prima volta nella veste di cantante e interprete. Una nuova avventura che ci ha raccontato in prima persona.

L’8 settembre è uscito il brano “Lo spazio di me”, su etichetta Orangle Records, scritto da Erica Boschiero e Sergio Marchesini che hanno saputo cucire la melodia alla perfezione sulla voce di Matilde. La traccia si lega al cortometraggio “Anemos”, diretto da Caterina Salvadori e Vera Munzi, con protagonisti Matilde Gioli e Francesco Montanari. Con tenacia e determinazione, l’attrice si è messa alla prova combinando la sua interpretazione cinematografica alla sua voce, che fa da collante alla storia: “E’ stato interessante e divertente provarci ed è venuto un risultato di cui sono molto soddisfatta”, racconta.

È un progetto però che non ha le pretese di colpire per le doti canore, ma per il delicato tema che viene trattato. “Lo spazio di me” descrive il percorso di una donna che si ritrova a vivere un rapporto d’amore tossico. Si sente lontana da se stessa, le manca il respiro, si sente in trappola, in balia degli scoppi d’ira, degli eccessi di controllo e gelosia, della violenza del partner. Da qui, a partire dal corpo, dalla pelle che comincia a rifiutare il contatto con il partner, la presa di coscienza di dover recuperare un proprio spazio, di dover ritrovare e proteggere se stessa e quindi abbandonare l’uomo che non sa rispettarla. È proprio dal ‘suo spazio’ che questa donna forte tenta di ricostruire un’intera esistenza.

Il racconto si ispira ad una storia vera, la storia di una donna forte di nome Alice che è riuscita a rinascere dalla violenza: “Alice mi è stata vicina e ha cercato di spiegarmi i sentimenti che si generano in chi subisce la violenza. Grazie all’intensità dei suoi racconti sono riuscita ad entrare nel personaggio”, rivela la giovane attrice.

 

“C’è sempre un’alternativa alla violenza – tiene a sottolineare – e la si può si può trovare nell’arte, nella musica o nel viaggiare”. Nel suo caso la natura e gli animali sono stati fondamentali: “Sono stati la mia terapia per altri tipi di difficoltà causate da insicurezze e giudizi pesanti da parte del mondo esterno. Mi hanno aiutato a credere in me, ascoltarmi e a dare valore a me stessa”.

Il messaggio che il brano vuole trasmettere è contenuto in una frase in particolare “Io sono mia”. La protagonista con grande dignità ha scelto di non reagire agli insulti e di andarsene di casa per ritrovare la vita ripartendo dal suo spazio perché “noi siamo di noi stessi e di nessun’altro”. “Dicendolo per il personaggio sono riuscita ad affermarlo ufficialmente anche per me stessa”, ammette Matilde.

Un progetto pieno di significato che vuole far riflettere su un tema delicato e attuale, ma soprattutto vuole far ricordare alle vittime di violenza che si può rinascere.

di Alessia Lovato

 

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