Un singolo di grande successo, un nuovo Ep in uscita, due live già annunciati per il 2023 e la finale di Sanremo Giovani alle porte. Il momento magico di Olly, pseudonimo di Federico Olivieri, si riassume in queste grandi soddisfazioni e nella consapevolezza di aver trovato la propria identità musicale in un mix di sonorità hip-hop combinate alla centralità della parola.
Giovane promessa del panorama musicale italiano ed esponente della nuova scuola genovese, il progetto di Olly prosegue attraverso “Il mondo gira”, l’ep in uscita venerdì 16 dicembre. Sette nuovi brani dal carattere acceso e coinvolgente che descrivono il suo mondo e cercano il giusto compromesso tra l’identità di Genova, sua città natale, e Milano, che lo ha accolto in età adulta.
Ti presenti in gara a Sanremo Giovani con “L’anima balla”, un brano che ti sta dando grandi soddisfazioni
Sì, ovviamente arrivati a questo punto vogliamo giocarcela, ma questa canzone è nata in maniera molto spontanea. Doveva essere un singolo, poi abbiamo deciso di proporlo perché ci piaceva particolarmente. Si tratta di un brano che tratta un po’ in generale della vita, una sorta di invito per l’ascoltatore a trovare forza nel momento in cui segue le sue passioni. Tendenzialmente quando proviamo tanta passione per qualcosa abbiamo anche paura ad affrontarla perché per noi è qualcosa di importante. Perciò l’obiettivo è dire “finché l’anima balla non avere paura, ma lasciati andare perché la strada è quella giusta”. Esattamente quello che mi ripeterò salendo sul palco di Sanremo.
Oltre a questo singolo, è in uscita anche il tuo nuovo Ep, “il mondo gira”
Racconta quelli che sono stati i miei ultimi due anni di vita, da quando sono venuto a vivere di nuovo a Milano. Si focalizza sul concetto secondo cui il mondo continua ad andare avanti, tutto scorre, panta rei, ovvero la prima cosa che abbiamo studiato in filosofia al liceo ma rivista al giorno d’oggi.
Da una parte mostra un Olly che vuole sempre seguire il mondo e procede spedito sulla cassa dritta, dall’altra uno che si ferma, studia, analizza e si concentra sul cantautorato e sulla chitarra. A livello di immagini, il mondo gira in un giorno e questo si riflette nell’Ep passando dalla prima traccia all’ultima, dall’alba alla notte.
Nonostante la giovane età, emerge in maniera molto chiara la tua identità musicale: che percorso hai fatto per raggiungere questo risultato?
A proposito dei testi, hai degli artisti di riferimento?
Penso che oltre ai cantautori ci siano influenze nella vita, perché come dico in “L’anima balla” il bello è nelle cose semplici. Quello che tra tutti mi ha aiutato a capire cosa significa dire qualcosa di forte in modo semplice, rivolgendosi a diverse generazioni, è ovviamente Vasco Rossi, l’emblema di tutto questo. È sempre stato molto ermetico, ma tutti lo conoscono, lo cantano e si sentono un po’ suoi figli. Sono stato a un suo concerto a Torino la scorsa estate e lì è cambiata la mia vita, ho iniziato a vedere tutte le cose in un altro modo. Il modo di fare musica, come farla arrivare, oltre alle tante citazioni, anche spontanee, che mi rendono molto felice.
Professionalmente, che differenze riscontri tra la vita nella tua Liguria e quella che fai a Milano?
Genova è una città tranquilla, è una città stazionaria che in realtà sta facendo grandi passi avanti, ma allo stesso le persone tendono a essere sedute, quindi la associo alla calma. Milano è l’esatto opposto: caos, velocità, lavoro. Ho cercato di inserire queste due dimensioni nell’EP e anche a lungo termine sto cercando di trovare un mio equilibrio tra le due, perché entrambe sono state importanti per la mia crescita.
Oltre a “L’anima balla”, un altro brano che sta ottenendo grande successo è “Fammi morire”: come nasce?
È stato July a propormi la melodia del ritornello, poi siamo andati in studio a scrivere le parole e il resto è venuto da sé. Lo considero come il livello successivo a “Un’altra volta”, l’emblema della semplicità a livello di struttura perché c’è solamente cassa e basso. Riuscire a fare una cosa che confermasse il nostro genere, che resta abbastanza unico in Italia, è stato in parte azzardato ma ci siamo divertiti e anche grazie al contributo di Tommaso Bordonaro abbiamo lanciato questo pezzo. Si tratta di un brano liberatorio, una sorta di “Rewind” di Vasco Rossi, che sarà contenuto nell’Ep.
Uno dei temi ricorrenti nella tua musica è l’amore, espresso in tante forme diverse: come lo vivi e in che modo lo trasmetti nelle canzoni?
Hai già annunciato dei live per il 2023, ai Magazzini Generali di Milano il 6 aprile e a Largo Venue di Roma il 16: i tuoi fan cosa possono aspettarsi?
Saranno due date molto emozionanti, al di là di come andrà l’esperienza di Sanremo. La musica che sto facendo è viva, vivissima, so che tanta gente ha già preso i biglietti e sono felice di questo perché non vedo l’ora di dare tutto quello che si aspettano. Suoneremo il nuovo Ep, alcuni dei miei vecchi cavalli di battaglia che purtroppo a causa del Covid-19 abbiam fatto poche volte dal vivo e offrire un bello spettacolo. Credo che i live siano i momenti migliori di condivisione tra un artista e la sua fanbase, perché si riesce a costruire qualcosa di tangibile e si crea un’atmosfera impossibile da ricreare in altre situazioni.
Hai già parlato dei tuoi progetti, ma se dovessi pensare a un buon proposito per il 2023?
Dovrei smettere di fumare le sigarette, anche se me lo ripeto spesso e non lo faccio mai. Oltre a questo, non voglio darmi degli obiettivi precisi, anche perché appena si raggiungono il pensiero si sposta già ad altro. Preferisco vivere e vedere cosa succede.
di Alessandro Ventre