“La profusione di bagliori, echi, ritmi, istanti, soste ed accelerazioni, evidente soprattutto in quelle pagine sottoposte dall’autore ad una specie di rastremazione che scaturisce dall’urgenza emotivo-passionale che lo lega alla genialità del musicista tedesco, rende la lettura di questo saggio un’avventura della mente e dello spirito”. Oggi conosciamo Luigi Stella, musicista e autore di “Beethoven. Il genio supremo, l’inaudita dissonanza“.
Come nasce la tua passione per la musica e che attività hai svolto in questo campo?
Posso dire che la mia passione per la musica è innata. Sin da bambino assorbivo tutti i generi musicali, anche a livello inconscio. Questa passione è poi cresciuta e maturata nel tempo e la mia sensibilità ha contribuito ad una selezione dei generi assorbiti.
Come nasce nello specifico l’idea del libro?
All’età di 13 anni, nel pieno degli Anni 60, mentre seguivo i cantanti dell’epoca, iniziai ad appassionarmi ad Ennio Morricone tramite le colonne sonore dei film Western. Fu in occasione dell’acquisto da parte di mio padre del disco di uno di questi film che scoprii Beethoven poiché lui riportò a casa, insieme alla colonna sonora di Morricone, un disco con la Sinfonia Pastorale del grande musicista.. Da quel lontano aprile del 1965 mi appassionai sempre più al grande genio della musica. Nel 2009 maturai l’idea di scrivere un libro in cui descrivere la musica beethoveniana con tutti i suoi risvolti.
A chi si rivolge questo libro?
Il libro si rivolge principalmente agli appassionati di Beethoven, ma ovviamente a tutti coloro che amano la grande musica. Poi il libro, di 796 pagine, ha anche un taglio sociologico, altresi` polemico verso le istituzioni musicali e verso la musicologia in genere. In questo volume cerco anche di mettere in discussione alcune mitologie riguardanti compositori eccessivamente sopravvalutati, come ad esempio, Mozart.
Cosa ti aspetti dal mondo musicale e quali sono le criticità attuali secondo te?
Le criticità del mondo della musica vanno cercate all’origine, ovvero quelle relative alla scarsa importanza che il mondo politico – istituzionale da alla musica a partire dalla scuola dove questa disciplina, in Italia, è praticamente assente, specie dipo le dissennate riforme degli ultimi decenni. Questo, quando in tutto il resto del mondo, specie nei paesi nord europei e dell’area europea orientale, la musica è una delle attività principali e su cui la politica le istituzioni investono molte risorse umane ed economiche.