Moody presenta “Universation – The song of the Universe”

Il suo nome è Moody, al secolo Manuele Rispoli.  Originario della Costiera Amalfitana, ha soli 23 anni e  tanta arte da donare al mondo. Suona la  chitarra, compone e riesce anche a produrre autonomamente la sua musica.  Ha appena debuttato sul mercato internazionale con un lavoro dal titolo Universation – The song of the Universe. Un lavoro davvero particolare, dove vengono miscelati suoni ed equilibri armonici sperimentati nel corso del tempo. Il risultato che ne è venuto fuori è un nuovo concetto di genere musicale, che sta destando interesse negli addetti ai lavori.

Moody, quanti brani sono inclusi in questo album?

“Ho  sviluppato Universation – The song of the Universe in nove brani musicali, associati a nove aspetti dell’Universo. Il concetto di base del mio lavoro presenta i grandi scontri di forze e misteri dell’Universo e della Vita di ogni essere umano, che poi si riconciliano in un nuovo equilibrio metafisico ed anche armonico.

Ho inteso condensare – in chiave musicale – matematica e geometria, filosofia e psicologia, fisica ed astronomia, per una nuova ‘armonia del tutto’ basata sulle grandi costanti matematiche universali. Da Pitagora a Fibonacci, da Leonardo da Vinci a Newton, da David Bohm a Michio Kaku. Si parte dai grandi filosofi occidentali per approdare alla spiritualità orientale,  passando per Muthuswami Dikshitar e Abhinavagupta.  Dal lavoro di questi ultimi sull’estetica della trascendenza basata su geometrie come lo Sri Yantra,  sono giunto poi a considerare psicologi moderni come Jung, Neumann e Peterson”.

Un album assolutamente concettuale, pertanto.

“Sì. Il mio progetto  crea un’alchimia ove si intrecciano mood apparentemente opposti ed inconciliabili, ma che poi si ricompongono in una nuova prospettiva. Come fossero parti di un intero.  I brani sono delineati in due ordini diversi: in una prima prospettiva, che definirei orizzontale e spaziale, assistiamo ad una danza di forze opposte esistenti nell’Universo e alla sua continua ricerca di equilibrio.  La dissonanza si scioglie in un nuovo ordine armonico ideale che viene raggiunto proprio col brano 9, Universation, che dà il titolo all’Album e rappresenta il punto di mezzo del mondo interiore e dell’Universo dove siamo immersi. Nella seconda prospettiva, verticale e temporale, rappresento il cosiddetto Viaggio dell’Eroe – delineato da Joseph Campbell. Mi volevo riferire all’evoluzione della coscienza umana nell’esperienza individuale, per approdare ad una maturazione consapevole di un sentire autentico. Per giungere poi ad una fusione finale con la fonte universale”.

Un lavoro davvero particolare, che richiede eclettismo culturale e non solo musicale. Parliamo un attimo di questi  opposti che si fondono nel nuovo equilibrio: cosa succede ascoltando l’album?

“In una sorta di arcobaleno di emozioni, energie e sfaccettature,  l’ascoltatore approda ad una trascendenza che mi piace definire eroica”.

Tecnicamente, di che tipo di lavoro si tratta?

“Il suono percepito è generato dalla sovrapposizione di diverse frequenze di battiti binaurali e suoni isocronici, che riescono a sintonizzare i vari stati di coscienza. L’intero progetto è basato sulla nuova intonazione “temperamento preciso” di Robert E. Grant, che ha risolto l’antico problema musicale del comma pitagorico”.

Insomma: Moody è tanto giovane, ma sembra avere le idee chiare. Lo ringraziamo della breve chiacchierata, mentre lo salutiamo e lui riprende subito il suo studio di mondi e galassie musicali, dove niente viene affidato al caso.

A tal punto che ha suonato personalmente chitarre, tastiere, mandolini e  sitar indiano contenuti nel disco da lui prodotto, curandone personalmente anche i testi, gli arrangiamenti, il mix ed il master finale. Non perdiamolo di vista.