Rosa’s song: Marco Werba e la collaborazione con Ellen Williams

Abbiamo incontrato il raffinato compositore e direttore d’orchestra Marco Werba alla vigilia di un suo viaggio professionale a Il Cairo, ed in occasione dell’uscita del back (al momento) di un video musicale molto atteso: quello di “Rosa’s song”, con protagonista vocale la celebre soprano gallese Ellen Williams. Regia di Massimo Privitera.

Al secolo il M° Werba si chiama Marc Adam Werblowsky, ma tutti lo conoscono con il suo nome d’arte: Marco Werba, appunto. Nato a Madrid, con alle spalle studi classici in Francia, in America e in Italia, esattamente a Roma,  attualmente vive proprio nell’Urbe.

Un musicista non solo noto, ma molto apprezzato nell’ambiente della Settima Arte, che porta con sé un  background completo e dalla  colta sensibilità artistica. Al suo attivo, titoli cinematografici di spessore quali Zoo, Anita, Giallo, Amore e libertà Masaniello, Il delitto Mattarella, Seguimi e Pop Black Posta e La Grande Guerra del Salento.

Maestro, dove è stata registrata “Rosa’s song”, che fa parte di musiche che lei ha scritto recentemente?

È una canzone registrata a Londra, con le  recording sessions che si sono svolte presso i prestigiosi Angel Studios situati in Upper Street, coordinati da Jojo Arvanitis (Orchestra contractor) e da Dom Domalos Kelly (Score coordinator). L’ho co-scritta con la Williams. Che dire . Ellen Williams è una straordinaria interprete, conosciuta per  cover come quella di  “Now we are free” (Gladiator) e “No time to die”. La nostra canzone sintetizza un dramma vissuto da protagonisti immaginari, la loro umanità, la ricerca della redenzione e del perdono. La collaborazione con Ellen è davvero un momento prestigioso per la mia carriera. Ne vado orgoglioso. Ci siamo incontrati il 10 Giugno scorso a Londra e abbiamo inciso la canzone in poco tempo. La sua intensità vocale è da brividi. Ringrazio di cuore le edizioni musicali Soul Trade Music Publishing Group per aver creduto in questo pezzo.

Che effetto fa registrare musica all’interno della grande sala principale degli Angel Studios?

Decisamente suggestivo. La sala è  sovrastata da un magnifico organo, e in questo luogo sono state incise musiche memorabili. Sembrava  sentir risuonare le note de Il re leone di Hans Zimmer ed Elton John, o quelle delle molte delle partiture dei film di 007 di ieri e di oggi. Tanto per citare le prime cose che mi vengono a mente. Qui hanno anche registrato album cantanti del calibro di Adele, The Cure, Sam Smith, Robbie Williams. Basta e avanza per sentirsi emozionati a stare lì, in compagnia di maestri d’orchestra di una delle maggiori compagini londinesi, la English Session Orchestra.

Cosa resta dopo l’ascolto della voce di Ellen Williams in questo brano?

C’è tanta profondità nell’animo di Ellen. Si tratta di una versione canora nobilmente melanconica, struggente e celtica nelle nuance, da emozioni forti. Rimane questo: l’emozione di un talento vocale straordinario, che sono onorato abbia accettato il mio invito a collaborare.

Lei è molto apprezzato non solo in Italia, ma anche nel panorama internazionale. E’ vero che durante queste registrazioni londinesi ha ricevuto visite illustri?

Ringrazio della stima, che spero sempre di meritare. In  studio mi sono venuti a trovare in effetti professionalità che io stimo tantissimo, come  il francese Jacques Dejean, music publisher dell’etichetta Plaza Mayor Company LTD, già produttore di altre mie musiche; o come  il giornalista inglese Jon Mansell e il discografico della storica Hillside CD Production Lionel G. Woodman. E’ stata una bella avventura, quella di Londra. Spero di tornarci presto.

Nel frattempo, ascoltiamo “Rosa’s song” e vediamo il video del back stage diretto da Massimo Privitera.

Fermiamo le parole, adesso: accendiamo il cuore.

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