L’omaggio di San Siro a Max Pezzali: grazie per esserci “nella buona sorte e nelle avversità”

di Alessandro Ventre

 

Negli occhi si rivedono le braccia al cielo dei sessantamila che per due sere hanno invaso San Siro per cantare ininterrottamente, nella testa i brani che da trent’anni accompagnano le nostre vite facendoci sentire meno soli, soprattutto nelle avversità quotidiane e nei momenti in cui aspettative e realtà imboccano strade destinate a non incontrarsi mai. Perché a Max Pezzali va riconosciuto prima di tutto il merito di aver saputo cogliere stereotipi e frustrazioni appartenenti un po’ a ognuno di noi e di averli fotografati in maniera goliardica con brani diventati l’inno italiano degli anni Novanta.
Ma nella ricetta vincente di un gruppo che tuttora non trova eguali nella discografia italiana, gli 883 sono stati anche precursori. Innanzitutto, di un linguaggio moderno che accetta lo spostamento degli accenti sulle parole pur di rispettare la metrica, di sonorità semplici e allo stesso tempo ricercate, di ritornelli che nella maggior parte dei casi si consumano esattamente in quindici secondi, lo stesso arco temporale concesso da Instagram per le stories.

 

San Siro è la cornice perfetta per ritrovare l’atmosfera di quel periodo e per celebrare un’artista che prima di raggiungere lo stadio di Milano è salito in sella all’inseparabile Harley-Davidson, a cui deve addirittura il nome del gruppo, e ha dovuto percorrere un tragitto decisamente più lungo dei cinquanta chilometri che separano la Scala del calcio dalla sua Pavia.

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I Pinguini Tattici Nucleari conquistano i palazzetti: “Siamo stati i primi a rinunciare al tour, ma oggi siamo qui”

Quando Riccardo Zanotti si era raccontato a Sound On per la prima volta, non aveva nascosto un certo timore all’idea di salire sul palco dopo due anni di silenzio assoluto dovuto alle restrizioni imposte per contrastare il Covid-19. Tuttavia, solo un paio di mesi più tardi, il tour che ha visto i Pinguini Tattici Nucleari impegnati in diversi palazzetti d’Italia ha disperso i suoi dubbi sotto ogni singola nota cantata a squarciagola da una marea di gente pronta ad aggiudicarsi i posti migliori già dalle prime luci dell’alba.

 

Da Treviso a Eboli, da Firenze a Bologna, il “Dove eravamo rimasti Tour” celebra già dal titolo la vera identità della band, rimasta invariata nonostante il passare del tempo e il continuo aumento dei singoli in classifica, e regala una festa adatta a tutta la famiglia, trovando il suo filo conduttore in una serie di ossimori prolungati per l’intera durata del concerto. Non solo perché alle hit più vendute – a partire da “Ridere”, “Giovani Wannabe” e “Ringo Starr” – rispondono canzoni meno famose ma ugualmente importanti per l’ascesa della band, come dimostra “Verdura”. Ma anche e soprattutto per la capacità di alternare le radici rock, che comprendono il tuffo sulla folla di Zanotti, a un momento acustico che regala un’atmosfera decisamente intima e risalta le capacità musicali dei singoli componenti.

 

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Roberto Casalino presenta “L’ultima”: “Dopo la sofferenza è tempo di rinascere”

Ha firmato successi senza tempo come “Non ti scordar mai di me” per  Giusy Ferreri, “Piccole Cose” cantata da J-Ax & Fedez con Alessandra Amoroso o “L’essenziale”, con il quale Marco Mengoni trionfò a Sanremo nel 2013. Ma accanto a una brillante carriera da autore, Roberto Casalino continua ad alimentare anche il suo percorso come cantante, che a distanza di tre anni dall’ultimo album in studio (“Il fabbricante di ricordi”) lo vede tornare in radio con un nuovo singolo, “L’ultima”. Un brano, figlio delle emozioni vissute dall’artista che, come racconta a “Sound On”, già dal titolo si impegna a riflettere su tutto ciò che è destinato a finire e su ogni nuovo inizio che ne deriva, con l’obiettivo finale di celebrare la felicità.

 

 

 

È uscito il tuo nuovo singolo, adesso anche in rotazione radiofonica. Un lavoro durato più anni…
Sono molto felice di essere tornato proprio con questo brano. Si tratta di una canzone scritta poco prima della pandemia e nella sua forma originaria era molto cupa, rispecchiava il periodo che stavo vivendo a livello personale. L’idea era quella di pubblicarla proprio nel 2020, poi è scoppiato il Covid e ho deciso di aspettare. Nel frattempo, sono cambiate tante cose: abbiamo vissuto quello che abbiamo vissuto, ma in qualche modo c’è anche una rinascita, una sensazione di ritorno alla vita, alla normalità, sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista personale. Perciò quando ho ripreso il progetto, mi sentivo rappresentato dalle sonorità e da quello che avevo scritto, ma non tanto dall’atmosfera totale del pezzo. Questo mi ha portato a riscrivere il ritornello, cosa che non faccio spesso, per dare quel qualcosa di solare in cui rivedermi di più. Per l’arrangiamento abbiamo lavorato a stretto contatto con il produttore Nicco Verrienti, mentre ho firmato il testo con una mia carissima amica che non lavora nel mondo della musica, Silvia Ianniello.

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Le Deva: “Il nostro istinto smaschera tutto”

È disponibile su tutte le piattaforme digitali GIURAGIUDA” (Dischi dei sognatori – distribuzione ADA Music Italy), il nuovo singolo de LE DEVA, l’unico quartetto pop femminile italiano formato da Greta Manuzi, Laura Bono, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro. Le Deva sono giunte a questo ritorno discografico dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2021 con Orietta Berti, in cui hanno raggiunto il podio della classifica della serata dedicata alle cover.

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Galeffi presenta “Belvedere”: “Dopo la pandemia, un album per guardare fuori”

Era da poco uscito “Settebello” quando nel 2020 la pandemia aveva sorpreso Galeffi interrompendo la promozione del suo secondo album e spingendolo ad annullare definitivamente il tour in programma. Marco Cantagalli, questo il vero nome dell’artista romano che nel 2017 si è affermato grazie al brano “Occhiaie” e al primo album “Scudetto”, ha voluto ricominciare da capo e sfruttare la pausa forzata del Covid-19 per sperimentare un nuovo modo di fare musica. Il risultato si chiama “Belvedere”, l’album pubblicato il 20 maggio e anticipato dai singoli “Appassire” e “Divano Nostalgia”, nato con l’intenzione di tornare a guardare fuori dopo lunghi mesi di lockdown.

 

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In “Giovani Wannabe” c’è tutta l’ambizione dei Pinguini Tattici Nucleari

“Noi siamo giovani wannabe, ti dedico le autostrade che portano al mare…” Quella che per molti è ancora una frase difficile da identificare musicalmente, si candida a diventare uno dei tormentoni più amati dell’estate italiana 2022, con le sonorità di un viaggio on the road che esplora mondi nuovi e un testo che celebra l’ambizione di chi con tenacia cerca il suo posto nel mondo, con la voglia di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.

Abbiamo incontrato Riccardo Zanotti nel suo studio di registrazione, un’officina della musica dove diversi artisti investono tempo e impegno a perfezionare il proprio stile e dove lo stesso frontman dei Pinguini Tattici Nucleari sta preparando insieme a tutti gli altri componenti della band un tour piuttosto diverso rispetto a quello previsto e poi rimandato due anni fa a causa della pandemia.

Perché dopo il successo raggiunto con il terzo posto di “Ringo Starr” al Festival di Sanremo 2020, il gruppo bergamasco non si è fermato e nonostante le restrizioni dovute al Covid-19 ha continuato a sfornare successi che soddisfano i gusti di diverse generazioni. “Giovani Wannabe”, il singolo pubblicato venerdì 27 maggio, è solo l’ultimo lavoro di un percorso che nel 2020 è passato prima dalla ristampa dell’album “Fuori dall’hype – Ringo Starr” e successivamente si è confermato con l’Ep “Ahia!”, certificato disco d’oro dopo nemmeno due mesi dalla pubblicazione. E come racconta lo stesso Zanotti a “Sound On”, il segreto di un lavoro costante e ricercato nasce dalla fame con cui l’intera band si affaccia a un mondo fluido, capaci di offrire qualsiasi genere di conoscenza.

 

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Beppe Carletti: “Se chiudi gli occhi, la musica ti fa vedere quello che hai dentro”

La musica sarà per sempre. La natura sarà per sempre. E anche i Nomadi saranno per sempre. Beppe Carletti ci presenta il suo ultimo disco. Un disco in cui ad ogni brano si possono chiudere gli occhi ed immaginarsi in un viaggio, al mare, in montagna, ad una corsa. Brani per commuoversi, riflettere, sognare. Anche questa volta Beppe Carletti ci regala emozioni vere, da toccare con mano. Emozioni da non perdere.

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